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Referendum cittadinanza: le ragioni del SI

  • Scritto da

    Francesco Saitta

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Referendum cittadinanza: Saitta (PD) le ragioni del SI

Più di due milioni di persone che vivono sul nostro territorio nazionale sono coinvolte direttamente da questo referendum.

La legge che si intende modificare risale al 1992, e riflette una realtà sociale profondamente diversa da quella di oggi. È una norma che non tiene conto di ciò che l’Italia è diventata: un paese dove tante persone provenienti da altri paesi lavorano, tanti bambini e ragazzi crescono, studiano e si formano e che acquisiscono la cittadinanza da minorenni nel momento in cui la acquisiscono i genitori.

Il referendum non tocca tutti i requisiti per l’ottenimento della cittadinanza: rimangono la conoscenza della lingua italiana, il reddito stabile, l’assenza di reati. Semplifica solo un iter burocratico che oggi è irragionevolmente lungo, si parla peraltro mediamente di un’attesa di 13 anni invece che i 10 previsti.

Chi parla italiano, ha un lavoro e vive stabilmente in Italia, spesso paga le tasse e contribuisce attivamente alla nostra società. Perché allora escluderli ad esempio dal diritto di voto e dalla possibilità di partecipare pienamente alla vita democratica del Paese?

La cittadinanza non è un privilegio ma è il riconoscimento di diritti e doveri dei cittadini italiani, privilegio è piuttosto essere nato dalla “famiglia giusta”, nello “Stato giusto”, nel “secolo giusto”. È un’opportunità di riconoscere in modo più giusto chi già è parte della nostra comunità.

Votare SI significa costruire un’Italia più giusta, più coerente con i valori costituzionali e con la realtà sociale di oggi. Un’Italia che sa includere chi già ne fa parte.