scuola giovani educazione blog 2023

Scuola ed Esame di Stato

  • Scritto da

    Francesco Saitta

Condividi

Quest'anno, per una volta, guardo dall'esterno il passaggio dell'Esame di Stato.

Passaggio questa volta centenario, nel 1923 vedeva la luce la riforma Gentile e con lei l'Esame. E dalla visione meno affannata rispetto ad essere commissario mi nascono diverse riflessioni. Riflessioni sull'esame che poi diventano riflessioni sulla scuola.

Perché uno dei problemi grossi che vedo è proprio questo: l'identificazione della scuola con l'esame finale, l'idea che l'esame e la sua struttura possano modellare il percorso precedente. E forse è stato anche uno degli errori dei percorsi di riforma che negli ultimi decenni si sono rincorsi per la scuola.

Cambiando l'esame cambierà poi il modo di prepararsi all'esame e quindi la scuola.

Io credo che questa prospettiva sia proprio sbagliata. E forse la seconda prova degli istituti professionali è un'eccezione a questo paradigma, finalmente. E probabilmente per una volta pensando alla scuola superiore è meglio non pensare ai licei ma partire pensando a quelle fucine di innovazione che sono e che potrebbero essere ancor di più gli istituti professionali e tecnici.

Servono processi dal basso verso l'alto, non viceversa, in una scuola che sempre più è e deve essere inserita nel territorio in cui opera, parte della comunità educante, attenta alla dimensione personale e originale di ogni singolo studente affinché possa diventare elemento significativo di una comunità che opera organicamente, che offre una solida base di contenuti ma sviluppa una ancora più forte capacità di porsi domande e proiettarsi nella sfida di trovare strade nuove per problemi attuali, non possiamo pensare a un esame che ci piace e poi vedere l'effetto che fa. L'impressione da chi vive nelle aule tutto l'anno è un po' questa.

Stimoli contrastanti e non sempre compatibili che arrivano ad esempio dalle spinte del PNRR da una parte e dalle strettoie dell'Esame di Stato dall'altra. Mettiamo un punto. Tiriamo una riga e sistemiamo il tutto coerentemente. Il che, scusate il tecnicismo, passa sicuramente per una revisione del Testo Unico sulla scuola e per il Contratto Nazionale del Lavoratori della scuola. Ma di questo si potrà parlare un'altra volta.